Storia del Museo 

L’idea di realizzare un Museo del Presepio a Dalmine nasce negli anni Settanta da Don Giacomo Piazzoli, parroco della neonata parrocchia di Brembo.

Appassionato presepista, Don Piazzoli aveva aderito fin dal 1965 all’Associazione Italiana Amici del Presepio fondando la sezione di Brembo e raccogliendo intorno ad essa un gruppo di persone interessate all’arte del presepio. 

 

Già dai primi anni ’70, si fece sempre più pressante l’esigenza di costituire una struttura stabile e organizzata per favorire una migliore conservazione e fruizione da parte del pubblico del materiale presepistico raccolto e costruito negli anni e venne scelto di riadattare il piano sottostante dell’allora sala cinematografica parrocchiale.

In origine questo edificio era nato come stalla o fienile e, come altri sul territorio, era stato costruito dalla Dalmine (l’attuale Tenaris) nel 1946. A partire dagli anni Sessanta, perse la sua destinazione agricola e venne riadattato e adibito a cinema della parrocchia.

Nel 1974 iniziarono i lavori. Gli ambienti parrocchiali, che già avevano ospitato negli anni precedenti il presepio scenografico elettronico, mostre, raduni e conferenze presepistiche, vennero modificati per accogliere l’allestimento del primo nucleo di opere di quello che sarebbe poi divenuto definitivamente il Museo del Presepio di Brembo di Dalmine. La scelta di un’antica stalla come luogo per contenere centinaia di rappresentazioni della natività di Cristo, appare ai nostri giorni una felice coincidenza.

 

Dopo una prima apertura temporanea in occasione del Natale 1974, il Museo venne ufficialmente inaugurato l’anno successivo, domenica 28 settembre 1975, in occasione del “VI Convegno presepistico Alta Italia” alla presenza delle autorità e di presepisti e appassionati provenienti da tutta la Penisola, accorsi a Dalmine per l’apertura di una delle primissime strutture permanenti che esponevano presepi sul territorio nazionale.  

Nel primo storico allestimento del Museo, il visitatore poteva ammirare un’esauriente panoramica del mondo del presepio, con circa 250 opere fra figure e minipresepi, espressione delle tradizioni regionali italiane e del mondo, il grande presepio elettronico, francobolli natalizi, nonché alcune vetrine didattiche con illustrate le diverse tecniche costruttive del presepio.

La notizia dell’apertura di un Museo del Presepio non tardò a farsi strada e, in pochi anni, l’attenzione dei media raggiunse Brembo, così come i visitatori che venivano da tutta Italia e dall’estero continuando ad aumentare fino ad arrivare nel 1980 a circa 15.000 presenze annue.  

 

Il dinamismo del fondatore e dei suoi collaboratori, unito ai positivi riscontri di pubblico, portò ad un continuo arricchimento della collezione, con la creazione e l’acquisizione di nuove ed importanti opere. Si annoverano tra i tanti, nel 1979, il grande presepio scenografico dell’artista piemontese Nino Pirlato; nel 1982, il grande presepio napoletano di Antonio Greco fino al gruppo scultoreo dell’artista Giuseppe Criscione donato da Papa Giovanni Paolo II.

Nel contempo, anche la struttura crebbe: si edificarono i depositi, il laboratorio e il locale adibito a segreteria.                                                      

 

Il consolidarsi del prestigio del museo lo ha portato, negli anni, ad essere un  punto di riferimento nel campo della presepistica, tanto da generare ogni anno un consistente numero di richieste per allestimenti di mostre ed esposizioni temporanee in occasione del Natale, sia in Italia che all’estero.

Del resto, sin dai primi anni di attività, lo stesso Don Giacomo Piazzoli comprese le enormi potenzialità del Museo del Presepio avendo quotidianamente prova dell’immediatezza con cui quest’arte arrivava ad ogni visitatore. Per questo motivo nei suoi progetti c’era l’idea di una struttura moderna che ospitasse e valorizzasse una collezione unica al mondo e accogliesse tutte le attività ad essa correlata. Purtroppo non poté vedere il suo sogno realizzato a causa dell’improvvisa morte, sopraggiunta nel giugno del 1988.

 

Oggi il museo del Presepio di Brembo di Dalmine si sviluppa su una superficie espositiva di circa 1200 metri quadrati, conserva, espone e valorizza oltre 900 presepi di ogni dimensione, materiale, epoca, provenienti da varie regioni italiane e da tutto il mondo, dal XVII secolo ai giorni nostri.

Fra le proprie collezioni il museo comprende anche reperti archeologici provenienti dalla Terra Santa, stampe antiche, presepi in carta, francobolli, santini, biglietti e cartoline natalizie, figurine, fotografie, spartiti e musiche natalizie, audiovisivi, per un totale di oltre 15.000 pezzi, oltre a una biblioteca specializzata in campo presepistico e un archivio storico.